Canzone su Nadiža

Per tutti che conoscono e amano Nadiža – siano i kotarji di queste valli che i visitatori da terre più lontane – e per tutti che vorrebbero conoscerlo meglio, eccoci una canzone da un cantautore kotar, Jurij Šimac, che racconta di questo nostro Nadiža.

La canzone è stata tradotta dallo sloveno originale da Thomas Keeler & Meta Marcola.

QUESTO NOSTRO NADIŽA

Per la valle scorre il fiume,
verso un taglio di confine.
Da dove sta venendo –
E fin dove deve andar?
Vediamo da dove viene e dove va!

Nasce di nascosto,
tra Jalovec e Muzec -
son quattro le partenze,
ognun a passo proprio,
poi sot’ de Col di Mezzo
diventano Nadiža.

Colmo di vitalità,
Nadiža parte in viaggio.
Vigore sotto Stermca,
è via libera laggiù.
Presto un primo ponte,
sarà nome reale mi sa,
si sposa a Casa Nardina,
con le acque del Namlina.

Un attimo soltanto...
attenzion’ un pochettin’...

S’erge Kras a sinistra,
procedi con cautela.
Pareti strette da occhi duri,
danno eco alle onde,
e fanno esitar
l’affluente Jamnikov.

Scendiamo sotto Gradec,
a Brano in Sovdano,
dove sotto di Prosnida,
via le acque di Legrada,
per uno stretto stretto,
che bel rumor cascando,
musichetta da fruscio!

Suona un campenello,
echeggia giù da Logje,
lassù da tutto solo.

E già un altro ponte,
con su la vecchia via,
che porta i Rebiščani.

Ruzzolan le nubi
per le grandi pietre,
dai lampi spumeggianti,
insonni nelle curve.

Poi ‘sta grande curva,
sotto il ponte Cesar,
in fine si riposa,
là oltre il ponte vaga,
mollando sassolotti.

E sovrasta Sant’ Elena,
che fissa per il bosco.
E si va al Bela di Podbela,
dove in estate,
la gente vien vivace,
e le ondelle sono calme alla riva.

Cristallin’ le sue acque,
per curve lunghe e viminose,
scintillanti.

Si vede pur il Signor Stol,
il grande alto col,
che pensa alle tante vecchie storie.

Alla sera in cielo fiamme,
che fan brillar il suo argento,
si vede da collina da lontano.

Sotto Hurja per Korita,
piscine pure e secrete,
fan un mondo di magia,
e contemplar il suo percorso d’avvenire.

A Rob si gira brusco,
per Matajur e Mija,
per farci i saluti,
e auguri a San Volar.

Poi si stringe stretto,
nel passare verso,
la pianura friuliana...
Così Nadiža nostro...

A momenti quieti,
la sua musica accoglie,
e invece se s’ arrabia,
la sua riva non lo tiene.

Poi si riconcentra,
sui “ponti crollati",
porta tutto via,
questo nostro fiume,
il Nadiža.

Jurij Šimac di Breginj